La nostra associazione promuove per il mese di dicembre un incontro con alcune giovani studiose, che in questi mesi, su due numeri della rivista DWF, storica rivista di pensiero politico e cultura delle donne , come autrici e curatrici hanno parlato e fatto parlare altre donne di LAVORO, “…per ripensare assieme il lavoro a partire dal suo significato concreto e dal posto che occupa nella vita di ciascuna; per scorticarne la parola fino ad arrivare alla sua realtà più viva…”.
Proprio per “ripensare insieme” , vorremmo preparare l’incontro con il contributo di molte donne, ma anche di uomini; per questo abbiamo inviato messaggi e mail per chiedere la disponibilità a partecipare ad un confronto attraverso scambi di opinioni, testimonianze, riflessioni, utilizzando la rete.
A chi ci segue sul nostro blog, chiediamo la stessa cosa.
In questo modo a Dicembre si tratterà di riprendere i fili delle questioni, in un lavoro di approfondimento e conoscenza reciproca.
Potete trovare molti spunti, andando sul sito della rivista DWF , dove compaiono i due numeri sul lavoro:
Diversamente occupate. 2010, n.1 (85);
Lavoro. Se e solo se. 2010, n.2 (86)
e sul blog http://diversamenteoccupate.blogspot.com/
Intanto ecco due “spunti”:
la presentazione, curata da Teresa Di Martino (Redazione di DWF)
ed una poesia di Wislawa Szymborska: Scrivere un curriculum
Diversamente occupate al lavoro. Presentazione
Il nostro progetto nasce da un incontro e da un’urgenza. L’incontro di sei giovani donne con la redazione della storica rivista femminista di Roma dwf - donnawomanfemme (www.dwf.it) e l’urgenza di mettere a tema la dimensione lavorativa. Da qui la scelta di dedicare il primo numero del 2010 al tema del “lavoro” (Diversamente occupate, 1, 2010), dalla costatazione che la dimensione lavorativa tende ad imporsi come l'orizzonte rispetto al quale dobbiamo inevitabilmente misurare noi stesse, i nostri desideri, i nostri progetti e la nostra ricerca di senso, dando credito ad una narrazione che in realtà ci è estranea. L'urgenza è stata allora di dare voce a un' insoddisfazione nei confronti dell'esperienza del lavoro, che non è semplicemente riconducibile alla precarietà delle condizioni lavorative, ma riguarda il bisogno di un altro modo di vivere il mondo del lavoro e la volontà di ri-prendere parola su cosa ci rende felici, ci realizza, ci dà soddisfazione. Dopo l’uscita del primo numero dedicato al lavoro (l’ultimo di dwf risaliva al 1994), ci siamo interrogate sulle modalità e le pratiche utili alla negoziazione all’interno del mercato del lavoro, e abbiamo allora deciso di dedicare al tema un secondo numero di dwf (Lavoro. Se e solo se, 2, 2010) in cui, in veste di curatrici e non più di autrici, abbiamo dato voce a diverse realtà della dimensione lavorativa utili, a nostro parere, ad indagare le condizioni materiali e psicologiche che caratterizzano l'esperienza del lavoro e l'universo simbolico che le giustifica e le rende possibili.
In questo percorso di approccio al lavoro come pensiero e ricerca di senso, abbiamo portato il nostro punto di vista in varie realtà (Università di Roma, Casa delle donne di Pisa, Scuola di politica UDI di Genova, Scuola estiva della differenza di Lecce). Ora vogliamo fare un passo in più, e lo facciamo in quanto fondatrici di Iaph – Associazione internazionale delle filosofe in Italia (www.iaphitalia.org), che nel suo programma di attività prevede una serie di atelier. Ciò che vogliamo fare, a partire da ciò che è stato fatto fin qui, è dare vita ad un laboratorio sul lavoro: intendiamo muoverci verso i luoghi del lavoro, per toccare con mano i corpi delle donne al lavoro e per indagarne le modalità del vivere nel mercato del lavoro. A tal fine entreremo in contatto con alcune dimensioni specifiche del mondo lavorativo – sportelli lavoro, psicologhe del lavoro, coach, sindacaliste, gruppi autonomi – attraverso modalità di lavoro classiche (intervista) e meno classiche (video, foto, registrazioni). Accanto alle attività di indagine sui luoghi e con le donne, vogliamo proseguire gli incontri sul tema del lavoro a partire dai testi di dwf, in cui verranno coinvolti in misura maggiore gruppi di giovani donne. L’incontro che si svolgerà presso il Centro Donna di Livorno rientra in questa iniziativa di scambi tra varie realtà di donne, con modalità che possono andare oltre la semplice presentazione dei due numeri di dwf dedicati al lavoro, che possono svolgersi secondo modalità altre, utili ad aprire un dibattito costruttivo e volto al confronto con realtà più o meno coinvolte nel mondo lavorativo (sindacaliste, avvocate, consulenti del lavoro, precarie, studentesse, disoccupate), per capire ed indagare insieme le modalità del vivere e del muoversi nel mercato del lavoro senza esserne fagocitate, le modalità di negoziazione che tengano conto di desideri e necessità, le modalità di composizione di una vita tra attività retribuite e non.
Scrivere un curriculum
Che cos’è necessario?
E’ necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si è vissuto
è bene che il curriculum sia breve.
E’ d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza perché.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio in vista.
E’ la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.
Wislawa Szymborska